Sinistri del settore aviation: lo scenario globale e quello italiano

A fine 2018 Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), compagnia assicurativa aziendale leader a livello mondiale e centro di competenza del gruppo Allianz, ha pubblicato il rapporto “Global Claims Review” che elenca le cause principali degli indennizzi assicurativi alle aziende sulla base di un’analisi di ben 470.000 sinistri, avvenuti tra il 2013 e il 2018 in più di 200 Paesi, per un valore di circa 58 miliardi di euro.
Il rapporto fornisce statistiche di ripartizione degli indennizzi in 13 Paesi e analizza l’andamento dei sinistri in diversi settori come Aviation, Property, Engineering, Liability, Financial Lines, Marine ed Energy.

Sempre secondo il rapporto AGCS, a livello mondiale le maggiori perdite derivano da incendi/esplosioni, incidenti aerei, difetti di lavorazione/manutenzione e uragani, che complessivamente rappresentano oltre il 50% del valore totale di tutti gli indennizzi.
Il settore Aviation è notoriamente uno degli ambiti più complessi sotto l’aspetto assicurativo, non solo perché interessato da costanti evoluzioni tecnologiche e da continui aggiornamenti normativi, ma anche perché, per sua natura, agisce nella complessità di uno scenario internazionale dove gli elementi da tenere in considerazione sono molteplici.

In questo senso è utile citare il “Caso Boeing”: a ottobre 2018 il volo JT 610 della Lion Air precipitò al largo di Giacarta causando 189 vittime, mentre a marzo 2019 il volo Ethiopian Airlines 302, in cui persero la vita 157 persone, si schiantò nei pressi di Bishoftu.
In entrambi gli incidenti fu coinvolto il modello 737 Max della Boeing che, per questo motivo, finì al centro di diverse indagini fino ad essere fermato in numerosi Paesi del mondo.
Dalle analisi emerse che in entrambi i casi non ci fu alcun errore umano, ma un difetto di software del sistema anti-stallo Mcas o comunque, come evidenziato nel rapporto della Lion Air, da diversi fattori interconnessi come:
⁃ gravi errori nella certificazione di sicurezza
⁃ errori nell’addestramento dei piloti (impreparati a usare il software)
⁃ errori nei manuali degli aeromobili (carenza nella indicazione delle caratteristiche operative del software Mcas).
L’evento Boeing, per danni, entità e numero di parti coinvolte, è il maggior sinistro assicurativo del settore a livello globale dai tempi dell’11 settembre.
L’impatto per Boeing non riguardò solo gli indennizzi, ma anche le mancate commesse: si stima infatti che solo nel 2019 l’azienda abbia perso 630 milioni di dollari e che da marzo
2019 ben 350 aerei sono rimasti a terra e circa 50 compagnie aeree coinvolte.

L’Italia si inserisce perfettamente nel trend analizzato dal rapporto AGCS, confermando al secondo posto tra le cause principali degli indennizzi assicurativi alle aziende le collisioni/incidenti aerei (12%), dovuti da una serie di atterraggi “pesanti”, errori in pista e incidenti di assistenza a terra.
Un fattore importante è poi rappresentato dall’aumento dei costi di riparazione a causa dei materiali compositi e dei motori più sofisticati e di maggior valore presenti sugli aerei.

Sebbene maggiore attenzione venga data agli incidenti in cui sono coinvolti aeromobili di grandi dimensioni, nell’ambito dei sinistri del settore Aviation rientrano tutti i tipi di velivoli, sia ad ala fissa che ad ala rotante.
In questo ambito esistono diversi studi che hanno messo in evidenza la probabilità di un incidente in relazione alla fase del volo:

Un altro fattore interessante è l’incidenza dell’insorgere di un incendio a seguito di un incidente: questo sembra avvenire, nella maggioranza dei sinistri analizzati, per cause legate direttamente ad aspetti progettuali degli impianti di alimentazione e delle linee del carburante del velivolo, più che per le condizioni situazionali conseguenti all’incidente stesso.
Proprio per la varietà di aspetti, cause e correlazioni che possono essere legati agli incidenti di questo tipo, per la gestione di sinistri in ambito Aviation sono necessarie competenze specifiche che tengano conto anche dell’evoluzione tecnologica che investe costantemente l’industria aeronautica.
Le nuove tecnologie, orientate sempre di più a ridurre le emissioni e i consumi, porteranno nel breve e nel medio termine a innovazioni progettuali, aumentando anche il rischio cyber, con conseguenti risvolti anche dal punto di vista assicurativo.

CASI STUDIO C&P

Il primo caso è quello di un Aereo CESSNA Modello 172 A, monomotore, del 1960.
Per qualche problematica di volo il pilota decide di atterrare in un campo di mais ma una volta a terra avviene il ribaltamento.
Le analisi e gli accertamenti hanno permesso di determinare che in volo, alla quota di 100 mt e con velocità di 90 Knt, è avvenuta una piantata motore durante riattacco dopo touch and go e che nella successiva fase di atterraggio di emergenza il ruotino anteriore è finito in un fosso di irrigazione che ne ha provocato il ribaltamento.
In questo caso è stato valutato anche un danno da R.C.T. a risarcimento del proprietario del campo. Fortunatamente i tre occupanti del velivolo risultarono tutti illesi

Il secondo caso riguarda un elicottero PD 318 C che, alla quota di 1.500 mt impatta sul fianco della montagna.
Le analisi hanno permesso di risalire alle cause dell’incidente: un’errata valutazione da parte del pilota della rapida evoluzione delle condizioni meteo in relazione al peggioramento in atto della visibilità.

L’ultimo caso, in cui ad essere coinvolto è un aereo INFA AIR modello GTR 400 del 2001.
Le analisi hanno permesso di determinare che il sinistro è stato determinato da un’errata valutazione del Pilota dell’ultraleggero, il quale ha toccato il suolo in fase d’atterraggio ad una velocità eccessiva; l’aeromobile ha quindi “rimbalzato” per poi toccare nuovamente terra in maniera scomposta e disallineata. Il nuovo contatto con il suolo ha determinato il cedimento del carrello destro con conseguente rotazione dell’aeromobile e successivo impatto con la recinzione in rete a bordo pista e con il relativo cordolo.