LA CULTURA DEL RISCHIO IN ITALIA
Operare in sinergia per una maggiore consapevolezza
Operare in sinergia per una maggiore consapevolezza
L’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia e il resto del mondo negli ultimi due anni non apparteneva all’orizzonte dei rischi considerati dalle imprese ma, di fatto, ci pone e ci porrà sempre più di fronte alla necessità di approfondire la conoscenza delle vulnerabilità in modo da poterle efficacemente gestire.
Un aspetto questo che si inserisce prepotentemente tra gli ambiti di pertinenza del Risk Management, un approccio che però in Italia non risulta ancora così diffuso a livello delle PMI che pur costituiscono l’asse portante del tessuto produttivo del nostro Paese.
È possibile modificare questo trend?
E, soprattutto, quali sono gli strumenti a nostra disposizione?
Ne abbiamo parlato con l’Ing. Stefano Vassena, socio e Amministratore Delegato di C&P srl.
Ing. Vassena, qual è la percezione del rischio da parte delle piccole e medie imprese in Italia?
Secondo i dati dello studio compiuto dall’Osservatorio di CINEAS-MEDIOBANCA nel 2020, solo una parte delle Medie Imprese ha una sensibilità strutturale alla gestione del rischio, ma se ampliamo il raggio e includiamo anche le Piccole Imprese, questa quota si abbassa sensibilmente.
Sempre secondo lo studio, la pandemia ha colto la totalità delle imprese impreparate e questo potrebbe avere un enorme impatto sugli assetti di governance e controllo dei rischi interni delle stesse.
Come viene gestita mediamente dalle imprese questa situazione e cosa è possibile fare per andare verso una cultura più consapevole del rischio?
In assenza di un’attività di analisi approfondita e di un’integrata gestione del rischio, la forma più diffusa è, culturalmente, la stipula di un contratto assicurativo con un’analisi preventiva superficiale.
È sempre più necessario invece aiutare l’Imprenditore ad acquisire la piena consapevolezza dei rischi connessi alla propria attività e, grazie ad un’attività di consulenza qualificata, portarlo ad essere un assicurato perfettamente consapevole dei rischi che ha deciso di trasferire all’Assicuratore.
Ulteriore prova della necessità di ragionare sui sistemi e sull’individuazione delle soluzioni è, ad esempio, la cronica mancanza della diffusione nelle PMI del nostro Paese della copertura assicurativa contro i danni indiretti.
Quali conseguenze può avere un’errata gestione del rischio sull’attività di un’impresa?
Le statistiche purtroppo portano impietosamente in evidenza l’incidenza estremamente elevata delle aziende che dopo un sinistro grave, pur essendo state pienamente indennizzate dei danni alle proprie strutture, ai prodotti e ai macchinari, non riescono a riprendere l’attività proprio perché affossate dalle perdite e dall’impatto devastante dell’evento sul proprio conto economico.
L’interruzione di esercizio ha effetti devastanti per l’azienda, ma se la quantificazione di questo impatto potesse essere portata in evidenza preventivamente, anche solo mediante uno studio simulato di scenari, nessun imprenditore potrebbe ignorare la necessità di assicurarsi anche per i Danni Indiretti.
Quali soluzioni è possibile adottare per trasferire questa consapevolezza alle aziende?
Nella gestione e nella individuazione di situazioni potenzialmente critiche, è possibile trarre spunto da alcuni sistemi decisamente evoluti, quali ad esempio quello bancario, che ormai da anni hanno adottato il metodo dello “Stress Test”, ossia hanno implementato strumenti per valutare a priori, mediante la assessment e l’adozione di modelli predittivi, la tenuta del sistema di fronte a scenari estremi.
È possibile adattare questo approccio alla filiera assicurativa che interessa l’Imprenditore/Assicurato, il Broker e la Compagnia Assicurativa e i cui rispettivi rapporti sono retti da un contratto (la polizza) che norma i rispettivi impegni.
Lo studio “predittivo” delle conseguenze di sinistro, che di fatto rappresenta un “banco di prova” lato claims del contratto assicurativo in fase di studio, mette l’Assicurato di fronte alla verifica dell’effettivo soddisfacimento delle aspettative che sta per riporre nella polizza che andrà a stipulare.
Grazie a questo approccio al problema in termini di metodo, e alla valutazione preventiva della risposta delle garanzie assicurative in assenza di un sinistro vero e proprio (e delle sue eventuali conseguenze), è poi possibile intervenire, modificare e migliorare all’occorrenza la polizza nella sua forma definitiva.
Come si inserisce l’attività di C&P srl all’interno di questo panorama?
La competenza di una società come C&P srl può fare la differenza operando in sinergia con i Broker e gli Assicuratori per fornire un assessment preventivo e per apportare eventuali interventi migliorativi ed i correttivi necessari.
Proprio grazie alla lunga esperienza maturata nell’arco di più di cinquant’anni di attività nella gestione e nella liquidazione dei danni, C&P è in grado di analizzare uno o più scenari di sinistro valutando le conseguenze delle varie situazioni e consentendo a tutti i soggetti interessati di avere uno strumento in più nella conoscenza sia della portata delle garanzie di polizza, sia delle specifiche vulnerabilità alle quali eventualmente porre rimedio.