Il Clima sta cambiando: La situazione Assicurativa in Italia e il confronto con gli altri paesi

È ormai evidente come le conseguenze degli eventi meteorologici siano sempre più drammatiche: il numero dei disastri naturali a livello mondiale è aumentato ed è cresciuto il relativo impatto economico a causa della maggiore intensità distruttiva.
Secondo ANIA (Associazione Nazione fra le Imprese Assicuratrici), dal 1980 al 2016, a livello mondiale, l’ammontare medio dei danni da calamità naturali, calcolato su un arco temporale decennale, è passato da circa 50 a più di 200 miliardi di dollari e, in parallelo, il valore dei danni assicurati è cresciuto da 10 a 60 miliardi di dollari.

LA SITUAZIONE ITALIANA

L’Italia, come sappiamo, si trova al centro di un’area considerata dagli scienziati un vero e proprio “hot spot” del cambiamento climatico ed è uno dei paesi al mondo più delicati dal punto di vista idrogeologico.
A dirlo, ancora una volta, sono i numeri: secondo il rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio” prodotto da Ispra del 2018, sono 7.275 i Comuni (91% del totale) a rischio per frane e/o alluvioni e il 16,6% del territorio nazionale è a maggiore pericolosità; 1,28 milioni di abitanti sono a rischio frane e oltre 6 milioni di abitanti a rischio alluvioni.

Il 67% dei comuni italiani si trova in zona sismica: dal 1950 ad oggi i terremoti hanno causato 5.000 vittime e quelli avvenuti tra il 1968 e il 2017 hanno prodotto danni diretti per 108 miliardi di euro.
Oltre ai danni diretti e alle perdite umane, le calamità naturali producono anche danni indiretti in termini di mancato sviluppo, dall’ammontare elevato ma difficilmente quantificabile.

In Italia quindi, come nel resto del mondo, la frequenza degli eventi naturali avversi è destinata a crescere ma, a differenza di altri paesi sviluppati, il nostro Paese non si è ancora dotato di coperture assicurative obbligatorie per tali eventi.

Sebbene sia dal 1993 che si discute sull’introduzione di un sistema che regoli la copertura finanziaria dei danni causati dalle calamità naturali, nell’ordinamento giuridico italiano non esiste ad oggi una legge organica per normare gli interventi dello Stato quando viene dichiarato lo “stato di calamità” o che imponga, in via generale, al Governo di indennizzare i danni subiti dai cittadini in seguito ad una calamità: le emergenze dovute ad eventi come alluvioni, sismi o eruzioni sono affrontate ricorrendo a decreti d’urgenza che non assicurano quasi mai rimborsi trasparenti, tempestivi ed adeguati ed espongono la finanza pubblica a gravi rischi.

Nel nostro Paese le abitazioni rappresentano, per la maggior parte delle famiglie, la forma più rilevante di investimento; meno del 40% delle unità abitative però è coperto da una polizza assicurativa contro l’incendio e, quasi in un caso su cinque, si tratta di coperture collegate al mutuo utilizzato per acquistarle.
La carenza di garanzie assicurative è ancora più marcata in alcune regioni del Sud Italia, dove la percentuale di chi si assicura scende drasticamente tra il 10% e il 20%.
E, nonostante il 75% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco più del 3% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi.

Un valore molto contenuto che negli ultimi anni è cresciuto grazie alla norma che, a decorrere dal 2018, ha previsto sia l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi, sia la detrazione al 19% di tali premi ai fini IRPEF.

Nonostante la crescente attenzione, il tema della prevenzione ai rischi ambientali continua ad essere, purtroppo, molto poco presente anche nei piani di sviluppo delle aziende: solo una parte delle aziende medio-piccole assicurano i propri insediamenti contro i terremoti e le alluvioni mentre una parte rilevante delle aziende medio-grandi (in particolare le multinazionali) sono adeguatamente assicurate contro le calamità naturali.

Ad esempio, il terremoto dell’Emilia del 2012 ha causato molti danni al fitto tessuto industriale di imprese dell’area interessata dall’evento. Tuttavia, anche in quella occasione il contributo dei risarcimenti assicurativi ai costi per la ricostruzione è stato modesto (circa il 10% dei costi totali).

In occasione dell’uragano Katrina del 2005, accaduto negli Stati Uniti, paese ad elevata diffusione delle coperture assicurative contro le calamità naturali, la percentuale si è invece attestata al 35% dei costi totali.

LE SOLUZIONI ADOTTATE ALL’ESTERO

L’Italia rimane uno dei pochi paesi industrializzati e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio, privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali.
In altri principali paesi simili al nostro per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale.
Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati.

Le soluzioni adottate in questi Paesi si caratterizzano per:

  • forte ruolo della regolamentazione pubblica;
  • coperture assicurative in qualche misura obbligatorie;
  • premi definiti per legge e caratterizzati da forte mutualità.

L’attuale sistema francese, introdotto con una legge del 13 luglio 1982 ed in attesa di riforma da qualche anno, si configura come un esempio di partenariato pubblico-privato e si basa su tre pilastri:

  1. la diffusione più ampia possibile dell’assicurazione diretta da parte degli esposti al rischio;
  2. il ruolo del settore pubblico nel sopportare i costi delle coperture assicurative, tramite una società (la Caisse Centrale de Réassurance, CCR) a partecipazione pubblica, che funge da riassicuratore con una garanzia statale illimitata;
  3. un sistema di prevenzione delle calamità naturali, che incentiva un ruolo attivo delle amministrazioni locali.

La proclamazione dello stato di calamità naturale, dichiarato da una commissione interministeriale che decide in base alla gravità dell’accaduto, dà diritto ai risarcimenti assicurativi.
Tutte le polizze assicurative per i rischi di incendio ubicati sul territorio francese devono comprendere la garanzia accessoria per le calamità naturali (semi-obbligatorietà) e il premio di tariffa è fissato per legge ed è lo stesso per tutte le polizze.

Ne consegue che la quasi totalità del patrimonio immobiliare francese ad uso abitativo è assicurato.

In questo contesto l’Italia si distingue nel panorama internazionale per una gestione dei danni da
calamità naturali affidata quasi esclusivamente all’intervento statale in fase di ricostruzione ex post.

Tuttavia, da molti anni anche in Italia si discute sull’introduzione di un sistema assicurativo misto pubblico-privato che avrebbe vari pregi, tra cui quello di evitare lungaggini e favoritismi e di fornire i giusti incentivi per una politica seria di prevenzione e di contenimento dei danni.

Analizzando anche le soluzioni adottate all’estero, risulta evidente che per rispondere alle esigenze di copertura dei rischi causati dalle calamità naturali è necessaria una risk partnership tra Stato, industria assicurativa e contraenti: una vera e propria azione congiunta che richiede la collaborazione di tutte le parti interessate su temi condivisi tra cui:

  • l’emanazione e il controllo di norme edilizie che limitino lo sfruttamento del territorio e per la protezione delle infrastrutture;
  • condizioni chiare per l’assicurato e prezzi adeguati al rischio;
  • osservanza delle norme costruttive atte a prevenire e ridurre i rischi.

Fonti:

  • Osservatorio di Legambiente Cittàclima, “Il clima sta cambiando – Rapporto 2020”
  • ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione la Ricerca Ambientale), “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio – Edizione 2018”
  • Dott. C. Spasiano, “Calamità naturali in Italia. Stato dell’arte.” – L’Assicurazione dei Rischi. Calamità Naturali, 7° R.I.B. Convention – 2000
  • Ing. M. Antonarelli, “L’Assicurabilità delle calamità naturali e l’esperienza internazionale.” – L’Assicurazione dei Rischi. Calamità Naturali, 7° R.I.B. Convention – 2000
  • R. Cesari, L. D’Aurizio, “Quaderno n° 13 – Calamità naturali e coperture assicurative: valutazione dei rischi e policy options per il caso italiano” – IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) – 2020
  • M. B. Farina, Calamità naturali e assicurazioni – ANIA (Associazione Nazione fra le Imprese Assicuratrici) – 2016
  • ANIA (Associazione Nazione fra le Imprese Assicuratrici), “Trends – Focus assicurazioni incendio e catastrofi naturali delle abitazioni civili.” – 2019
  • R. Manzato, “Alcune riflessioni su un possibile sistema assicurativo.” – Convegno “Città e Sicurezza” Istituto Superiore Antincendi – 2007